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Il Santuario della Parola - Yeshivah

Il Santuario della Parola è il luogo per scrutare le Scritture in un clima di preghiera e contemplazione. Nel Santuario della Parola si trovano troni e sulla parete di fondo vi è un Tabernacolo che contiene, su due livelli, il Santissimo Sacramento e la Sacra Scrittura, secondo quanto indicato nella Dei Verbum (n. 21).
Il Santuario della Parola - Yeshivah

Scopriamo nel dettaglio l’origine e l’architettura del Santuario della Parola, non una semplice sala lettura, ma un luogo dove scrutare le Scritture: uno spazio di incontro dove si rende visibile, attraverso le Scritture, la storia di redenzione che Dio fa con il suo popolo.

Nei seminari Redemptoris Mater è un luogo di incontro tra i seminaristi per la preghiera comune e personale. Un luogo per ascoltare la rivelazione divina contenuta nelle Scritture, e una cappella di adorazione, poiché nel Santuario della Parola si conservano all'interno del tabernacolo le specie eucaristiche consacrate.
Il Santuario della Parola Domus Galilaeae

Per San Girolamo “ignorare le Scritture è ignorare il Cristo”. La Parola di Dio non è una lettera morta, ma si attualizza nell’esistenza di colui che la medita. Con la frequentazione regolare delle Sante Scritture, ad esempio, i seminaristi sono chiamati a diventare “uomini della Parola”.

Dalla Yeshivah al Santuario della Parola

Questo spazio si ispira alla cultura ebraica. Nell’ebraismo una Yeshivah è il centro di studi della Torah (la Parola) e del Talmud (la tradizione). Nei seminari Redemptoris Mater, il Santuario della Parola è il luogo dove i seminaristi scrutano le scritture in un’atmosfera di preghiera e in un contesto liturgico-celebrativo.

I dettagli architettonici

La sala  del Santuario della Parola ha le pareti rivestite con un intonaco rugoso, che ricorda un utero dove l’embrione si annida e si sviluppa. La Chiesa, nella quale la Parola è proclamata e interpretata, è una madre che genera ed educa dei figli di Dio. “La gloria dei re, scrutare la Parola” (Pr 25,2). Colui che scruta la Parola è un re, siede su un trono. Per questo nella Yeshivah si prende posto su dei troni, illuminati da una lampada a forma di goccia, simbolo dello Spirito Santo che assiste colui che scruta la Parola di Dio.

Sullo sfondo di questo spazio, un muro di marmo è simbolo della morte, del cuore di pietra dell’uomo. Solo il tabernacolo, che accoglie il Santissimo e la Parola di Dio,  crea una breccia nel muro. Solamente Cristo ha le chiavi del mistero della morte e attraverso di lui la vita eterna è offerta a tutti gli uomini. Il tabernacolo, come una porta in mezzo a un muro, mostra la nuova vita che viene da Dio, concretizzata nei due elementi che custodisce: L' Eucaristia, che nutre e vivifica la vita della Chiesa, e la Scrittura, la quale mostra l'azione di Dio nella storia.



 «La sacramentalità della Parola si lascia così comprendere in analogia alla presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino consacrati. Accostandoci all’altare e prendendo parte al banchetto eucaristico noi comunichiamo realmente al corpo e al sangue di Cristo. La proclamazione della Parola di Dio nella celebrazione comporta il riconoscere che sia Cristo stesso ad essere presente e a rivolgersi a noi per essere accolto» ( Verbum Domini , 56).

Il Santuario della Parola alla Domus Galilaeae

San Giovanni Paolo II, nel corso del viaggio giubilare in Terra Santa, ha avuto l'occasione di fermarsi alla Domus Galilaeae, sul Monte delle Beatitudini, e benedire il Santuario della Parola, inaugurando così questo luogo, gestito dal Cammino Neocatecumenale, a servizio di chi vuole riscoprire le radici ebraiche della fede cristiana.


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